Dopo
la riscossione di quasi 900mila euro di crediti da Marche Multiserivizi,
l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Baldelli ha raggiunto un
altro obiettivo che l’attuale maggioranza comunale aveva addirittura inserito
nel proprio programma elettorale.
Tenendo
fede agli impegni elettorali, l’amministrazione comunale aveva infatti
presentato, nel 2010, un ricorso al Consiglio di Stato nei confronti della
Provincia di Pesaro e dell’Impresa cavatrice per
l’annullamento di tutti gli atti amministrativi che avevano portato all’autorizzazione
da parte della stessa Provincia della cava del Bifolco.
Nelle
36 pagine della sentenza pronunciata ieri, il supremo organo di giustizia
amministrativa ha accolto le ragioni del Comune di Pergola, ha invece censurato
pesantemente l’operato della Provincia, ha dichiarato illegittimo il
provvedimento del 25 luglio 2008 con cui la Provincia ha concesso la
compatibilità ambientale al progetto di cava e, infine, ha condannato Provincia
e cavatori a rifondere le spese legali sostenute dal Comune di Pergola.
Secondo
il Consiglio di Stato, l’Ente di via Gramsci ha concesso le autorizzazioni
relative alla cava del Bifolco in difetto assoluto di istruttoria, con eccesso
di potere e in violazione della normativa regionale.
La
lettura di questa sentenza amministrativa ci rimanda diritti alla cronaca
giudiziaria e al processo penale che, proprio in questi giorni, vede imputato
l’ex vice Presidente della Provincia Giovanni Rondina per corruzione insieme ad
altri volti noti della politica.
Nel
processo penale che ha aperto i battenti il 14 marzo scorso, Rondina è infatti accusato
di “aver fatto illegittimamente
rilasciare a un imprenditore le autorizzazioni all’apertura della cava di
Pergola, ricevendo dallo stesso prima la promessa poi la dazione di 10mila euro
per compiere numerosi atti contrari al dovere d’ufficio, intervenendo
illegittimamente presso gli uffici provinciali e presso gli amministratori
comunali di Pergola. Promessa avvenuta nel dicembre 2005, dazione del gennaio
2006”.
Entusiasta per la sentenza del Consiglio di Stato
il Sindaco di Pergola che dichiara: “Questa è una grande vittoria della mia
amministrazione, è la realizzazione di un altro punto del nostro programma
elettorale e, soprattutto, con questo risultato sento di aver adempiuto a un
impegno morale che avevo assunto coi
Pergolesi e cogli abitanti di Bellisio. In questo momento i miei
ringraziamenti vanno al Consigliere provinciale Antonio Baldelli che sin dal
lontano 2004 ha condotto con determinazione la battaglia contro la cava del
Bifolco, ai nostri avvocati Maurizio Miranda e Antonella Bedetti, al comitato contro la cava, al suo presidente Giampiero Buratti per il suo encomiabile impegno e
al suo legale Raffaella Mazzi, ai miei concittadini tutti”.
Anche il Consigliere provinciale Antonio Baldelli
commenta la sentenza: “E’ una delle più belle soddisfazioni della mia vita
politica, sono più di 8 anni che sostengo che sulla cava del Bifolco occorreva
far chiarezza e, anche se ho subito intimidazioni e pressioni, non mi sono mai
fatto intimorire anzi sono andato avanti ancor più determinato. E’ certo però
che, ora, saranno in molti a dover dare spiegazioni sulla vicenda e non
potranno più far finta di nulla. Più volte ho presentato in Provincia ordini
del giorno per cancellare il sito del Bifolco dal Piano provinciale per le
attività estrattive ma la maggioranza di sinistra, prima guidata da Ucchielli
ora da Ricci, ha sempre bocciato la mia richiesta, ignorando e irridendo quelle
ragioni che invece sono state accolte dal Consiglio di Stato e che sono sotto
il giudizio del Tribunale penale di Pesaro".
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