mercoledì 18 novembre 2009

SECESSIONE DELLA VALMARECCHIA: richiesto un Consiglio provinciale in quei territori


Nel Consiglio provinciale di martedì 17 novembre, quando si è affrontato lo scottante tema della secessione della Valmarecchia, il centrosinistra ha presentato un ordine del giorno nel quale - come suo solito - ha tentato di scaricare le proprie gravi responsabilità su altri, ossia sul Governo nazionale.
Se infatti ben 7 Comuni, caso unico in Italia, sono fuggiti dalla nostra Provincia e altri Comuni vorrebbero fare lo stesso un motivo ci sarà.
Non si può ridurre tutto a una questione storica ed ignorare, invece, la cattiva amministrazione e la cattiva politica che non hanno saputo dare, in tutti questi anni, risposte serie alle richieste e alle legittime esigenze che provenivano dalle popolazioni della Valmarecchia e della Valconca.
E non si deve dimenticare che, da decenni, questi territori sono amministrati proprio da quello stesso centrosinistra che oggi, in Provincia, ha votato contro la nostra proposta di tenere un Consiglio provinciale in uno dei Comuni che vorrebbero passare, come ha fatto la Valmarecchia, nel territorio della Provincia di Rimini e nella Regione Emilia romagna.
Di cosa ha paura il centrosinistra?
E' evidente: ha paura che vengano a galla le sue gravi responsabilità amministrative e politiche che hanno determinato una secessione senza uguali in Italia.

(A seguito del Consiglio provinciale in questione ho rilasciato una intervista al Tg3 sempre sull'argomento: per visionarla è sufficente cliccare sopra il titolo di questo post).

Avv. Antonio Baldelli - Capogruppo del PdL nel Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino

GIU' LE MANI DAL CROCIFISSO: il nostro gruppo facebook ha raggiunto i 300 iscritti !



E' con soddisfazione che vi comunico che il nostro gruppo "GIU' LE MANI DAL CROCIFISSO" ha raggiunto i 300 iscritti.
Invito anche i miei nuovi amici di fb ad iscriversi e a far iscrivere i propri amici al gruppo.
Ora, una notizia confortante:
la Regione Marche ha approvato un documento proposto dal Consigliere del PdL Brini in difesa del CrocIfisso.
Vi informo infine che nel Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino che si terrà lunedì 30 novembre p.v. verrà discusso l'ordine del giorno che ho presentato sempre in difesa del Crocefisso.

Antonio Baldelli - Capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino

martedì 10 novembre 2009

BASTA CON LE LITI SUL SECONDO CASELLO, ORA SI PENSI ALL’INTERESSE DELLA NOSTRA PROVINCIA (presentato un ordine del giorno in Consiglio provinciale)


Con le loro liti interne e con le loro faide tra correnti, i partiti del centrosinistra rischiano di far perdere a Pesaro e all’intera Provincia un’occasione storica, quella di avere assieme alla terza corsia anche il secondo casello autostradale di Pesaro.
Un centrosinistra che prima si è diviso sul sito ove realizzare il nuovo casello, se a Santa Veneranda o in via Solferino, e ora sta spingendo per la cosiddetta ipotesi zero: niente casello (se ne riparlerà forse fra cinquant’anni).
Ad ogni modo, non c’è più tempo per le sterili e interminabili diatribe dei partiti ma c’è urgente bisogno di una responsabile convergenza di tutte le forze politiche su una posizione unitaria.
E l’unica decisione che oggi appare praticabile e che può dare certezze alla città di Pesaro è quella del casello autostradale di via Solferino.
Se continuerà questa assurda divisione sulla realizzazione del secondo casello, tutta la Provincia, a partire dalle Città di Pesaro e Fano sino ad arrivare al nostro Entroterra, ne subirà un danno grandissimo.
Condivido infatti le parole del Sindaco di Piobbico Giorgio Mochi: si sarebbe dovuto realizzare un nuovo tracciato autostradale verso l’interno e si sarebbe dovuto utilizzare quello attuale come tangenziale di collegamento tra Pesaro e Fano.
Ma anche se ciò non è purtroppo avvenuto, ora non si deve rinunciare irresponsabilmente a quei benefici che possono derivare alla nostra Provincia dalla realizzazione della terza corsia autostradale e dalle sue opere accessorie, stimate in circa 40 milioni di Euro.
Fra queste opere vi è per l’appunto il secondo casello di via Solferino, il quale servirà, tra l’altro, a decongestionare il traffico della Statale adriatica tra Pesaro e Fano, rendendo più facile per tutti noi Cittadini l’ingresso alle due città, senza più code e senza più infinite attese.
Proprio per trovare una posizione unitaria e responsabile, nell’interesse esclusivo della nostra Comunità provinciale, ho presentato in Consiglio provinciale un ordine del giorno in cui il PdL invita la Giunta provinciale ed, in particolare, il Presidente della Provincia Matteo Ricci ad attivarsi immediatamente presso l’Amministrazione comunale di Pesaro e presso il Sindaco Ceriscioli affinché si esprimano a favore della realizzazione del secondo casello autostradale in via Solferino e affinché abbandonino definitivamente la cosiddetta “Opzione zero”.

Antonio Baldelli – Capogruppo PdL in Consiglio provinciale

venerdì 6 novembre 2009

GIU' LE MANI DAL CROCIFISSO: sostieni la battaglia su facebook !


Chi vuol aderire alla battaglia contro la sentenza della Corte europea che vorrebbe togliere il crocifisso dalle aule scolastiche e in genere da tutti gli altri luoghi pubblici può iscriversi al Gruppo di Facebook "Giù le mani dal Crocifisso" !

Per accedere al gruppo basta cliccare sopra il titolo di questo post.

GIU’ LE MANI DAL CROCIFISSO: UN ORDINE DEL GIORNO IN PROVINCIA CONTRO LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA



L’Europa delle Nazioni è ormai diventata l’europa delle multinazionali, degli euroburocrati, dove si contano ben 15.000 lobbisti e oltre 2.600 gruppi di pressione (dati pubblicati sul sito ufficiale della UE).
Questa europa con la “e” minuscola, più vicina al potere economico che ai Cittadini europei, vuole togliere il Crocifisso dalle pareti delle nostre scuole e forse, in un prossimo futuro, anche da molti altri luoghi.
Non si può rimanere quindi impassibili di fronte a un simile attacco portato contro le nostre radici cristiane e contro la nostra cultura plurimillenaria da qualche giudice-burocrate che amministra la giustizia in nome di una entità e di valori astratti.
La Corte Europea con una Sentenza fondata su motivazioni palesemente ideologiche è giunta a sostenere che il Crocifisso vada rimosso dalle aule scolastiche perché “la sua presenza costituisce una violazione al diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni”.Con le stesse motivazioni l’europa presto potrebbe venire a chiederci di abbattere le edicole sacre presenti lungo le nostre strade, di tirare giù i crocifissi dai campanili, di non fare più i presepi a scuola, di vietare ai sacerdoti e alle suore di indossare l’abito religioso in pubblico.
In verità, in Italia, in Gran Bretagna e in altri Stati, qualcuno ha già tentato di fare tutto ciò: ad esempio, alcune amministrazioni locali e alcuni presidi di sinistra hanno vietato il presepe nelle loro scuole e persino di cantare le canzoni del Natale. Anche una nota catena europea di vendita di mobili a basso prezzo ha già abolito dai suoi scaffali le statuine del Natale.
Il sospetto che diventa sempre più certezza è che il cosiddetto rispetto delle religioni sia solo un pretesto per nascondere finalità ideologiche che tentano di cancellare, con ogni mezzo, il sentimento religioso dei popoli.
Bene ha fatto quindi quel Preside della nostra Provincia che ha ordinato nuovi Crocifissi per la sua scuola, trovando il plauso di alunni e di docenti; bene ha fatto il Governo Italiano che ha manifestato la propria volontà di ricorrere contro la decisione della Corte Europea.
Per tutti questi motivi, presenterò in Consiglio provinciale un ordine del giorno in cui inviterò il Consiglio tutto ad esprimersi sulla vicenda, a stigmatizzare la decisione europea di cancellare il Crocifisso dai luoghi pubblici e a sostenere il Governo nel suo ricorso contro questa vergognosa sentenza.
Antonio Baldelli – Consigliere provinciale PdL

lunedì 2 novembre 2009

SI CONVOCHI UN CONSIGLIO PROVINCIALE PROPRIO IN UNO DEI 7 COMUNI SECESSIONISTI DELLA VALMARECHIA



Secessione della Valmarecchia: di cosa ha paura il centrosinistra? Perché fugge di fronte alla nostra proposta di convocare, proprio in uno dei Comuni della Valmarecchia, un Consiglio provinciale che affronti le motivazioni della secessione e i problemi di ogni natura (politica, burocratica, sanitaria, ecc.) che sono ad essa seguiti?
Nella ultima riunione dei capogruppo del Consiglio provinciale ho avanzato questa richiesta, trovando però la forte contrarietà di tutto il centrosinistra.
Per giustificare in qualche modo il loro diniego, gli esponenti della sinistra provinciale ne hanno fatto addirittura una questione di competenza territoriale affermando che i 7 Comuni secessionisti oramai non fanno più parte del territorio provinciale e che, pertanto, il Consiglio provinciale di Pesaro e Urbino non può più riunirsi nel loro territorio.
Un scusa risibile in quanto quei Comuni, fino al passaggio ufficiale delle consegne, si trovano indiscutibilmente ancora in territorio marchigiano. Si pensi solo a tutti gli uffici della Provincia di Pesaro e Urbino e della Regione Marche, nonché ai relativi dipendenti ancora presenti e attivi nei Comuni della secessione.
Ad ogni modo, il pretesto utilizzato dalla sinistra per sfuggire ad un confronto diretto con i Cittadini che hanno deciso di andarsene dalla nostra Provincia per approdare a quella di Rimini è presto superato!
Propongo infatti di riunire il Consiglio provinciale in uno dei 7 Comuni della secessione oppure, in alternativa, nei Comuni di Sassofeltrio o di Montecopiolo.
Queste ultime due Cittadine si trovano ancora nel nostro territorio provinciale, ma solo “per un caso”, perché anch’esse sono determinate ad andarsene il più presto possibile.
Detto ciò, appare a tutti evidente che gli amministratori di centrosinistra non vogliono convocare un Consiglio provinciale nella Valmarecchia perché temono il confronto con le Popolazioni del luogo e perché vogliono sfuggire alle loro gravi responsabilità.
Questo loro atteggiamento, però, provocherà solo altra delusione e altra insoddisfazione da parte di quei Cittadini che vorrebbero seguire le orme di chi è già riuscito a lasciare dietro di sé Pesaro e le Marche.
Il Presidente Ricci sta facendo come il suo predecessore Ucchielli. Quest’ultimo, infatti, aveva abbandonato la Valmarecchia, aveva gravemente sottovalutato il disagio che viveva la sua Popolazione, aveva persino irriso i nascenti Movimenti per la secessione, considerandoli inconcludenti fuochi di paglia che sarebbero presto sfumati nel nulla.
Tutti sappiamo come sono andate invece le cose: l’allora Presidente della Provincia è stato clamorosamente smentito e il referendum per la secessione ha avuto un risultato plebiscitario con quasi l’84% di sì !
L’incapacità di comprendere il sentimento di grande disagio di una larga fetta di abitanti della nostra Provincia la dice lunga su quanto questo centrosinistra sia lontano anni luce dalle reali esigenze e dal comune sentire della nostra gente.
Avv. Antonio Baldelli – Capogruppo provinciale PdL