giovedì 3 febbraio 2011

LE BUCHE SULLE STRADE PROVINCIALI NON SONO COLPA DEL GOVERNO MA DI UN'AMMINSITRAZIONE PROVINCIALE IMMOBILE DA DECENNI


Caro presidente Ricci le buche sulle nostre strade provinciali ci sono da anni.

Le buche c’erano negli anni scorsi quando lei sedeva fra i banchi della maggioranza guidata dal presidente Ucchielli e si sono allargate, oggi, sotto la sua presidenza.

Non è certo colpa dei tagli del governo che saranno operativi solo nei prossimi mesi.

Il vostro continuo lamento sul contenimento della spesa pubblica, quindi, è solo un tentativo maldestro di addossare al Governo nazionale colpe che sono esclusivamente della vostra maggioranza, la quale, in decenni di governo della nostra Provincia, non è riuscita ad affrontare con serietà il problema della manutenzione della viabilità provinciale ed, anzi, con il suo immobilismo ne ha peggiorato le condizioni.

Tante le rotatorie sparse qua e là per la nostra Provincia – alcune necessarie molte altre del tutto superflue – ma nessun vero intervento per la manutenzione dei manti stradali, soprattutto delle strade provinciali dell’entroterra, e nessun intervento per rettificare i tratti viari più pericolosi.

Ma certamente è più facile inaugurare, in pompa magna e con fotografo al seguito, una rotatoria che progettare e realizzare interventi veramente necessari.

Sulla questione della riduzione della spesa pubblica occorre tenere un atteggiamento meno demagogico di quello dimostrato da Ricci e compagni.

Se tale riduzione è diretta a evitare gli sprechi, allora ben venga.

Ben venga se è diretta a eliminare le consulenze esterne come quelle che la Provincia di Pesaro e Urbino, nella scorsa legislatura, ha elargito a piene mani affidando oltre 1.300 incarichi esterni per oltre 13 milioni di Euro: una cifra iperbolica!

Altro che la diminuzione dei conferimenti statali di 3 milioni di Euro prevista per quest’anno.

Una cifra che peraltro diviene incomprensibile e assurda se si pensa che la Provincia può contare su ben 650 dipendenti e su professionalità tecniche e amministrative di tutto rilievo che, di certo, non hanno bisogno di consulenti esterni.

Per quanto invece riguarda il meccanismo con il quale opera il patto di stabilità, che di fatto impedisce l’utilizzazione di fondi disponibili, sono d’accordo anch’io ad aprire la discussione e ad insediare un tavolo tecnico-politico, che, in modo serio e non demagogico, presenti al Parlamento nazionale una seria proposta di modifica.

Antonio Baldelli – Capogruppo provinciale PDL