giovedì 28 giugno 2012

Baldelli: “Interrogazione in Senato per tutelare gli ex lavoratori Merloni della provincia pesarese”

Il Consigliere provinciale Antonio Baldelli, con l'Assessore Renzi e i Consiglieri Carbonarie Castratori,insieme agli ex-dipendenti del Gruppo "Antonio Merloni"
Un’interrogazione per tutelare la posizione degli ex lavoratori del gruppo “Antonio Merloni” residenti nel territorio dei Comuni di Pergola, Frontone e Serra Sant’Abbondio.
L’ha fatta presentare il capogruppo provinciale del Pdl Antonio Baldelli, presso il Senato della Repubblica, tramite il senatore marchigiano del gruppo parlamentare di centrodestra del Buon Governo, Salvatore Piscitelli.
“Questi lavoratori – spiega Baldelli -sono stati vittima di una tanto grave quanto palese ingiustizia. Con il subentro della nuova gestione del gruppo Merloni sono stati reintegrati 350 ex dipendenti della Merloni residenti nelle Marche e altri 350 residenti in Umbria.
La riassunzione dei dipendenti residenti nella nostra regione ha però dato luogo a un’evidente discriminazione territoriale, avendo coinvolto in prevalenza i lavoratori residenti nella provincia di Ancona e avendo completamente escluso quelli provenienti da Frontone, Pergola e Serra. Nella provincia di Ancona, la città di Fabriano ha visto reintegrare il 32,03% degli ex lavoratori del gruppo Merloni, ben 237 su 740 dipendenti; Genga il 41.67%, 5 lavoratori su 12; Cerreto D’Esi il 35,90%; Sassoferrato il 34.15%”.
Un trattamento diverso è purtroppo toccato ai lavoratori provenienti dalla nostra provincia e, in particolare, dai Comuni di Frontone, Pergola e Serra Sant’Abbondio.
“Dei 40 ex lavoratori residenti nella provincia di Pesaro, sembra infatti ne sia stato reintegrato solo uno, pari a nemmeno il 3% del totale dei dipendenti perdenti il posto di lavoro”.
Proprio per questo il senatore Piscitelli, su richiesta del capogruppo Baldelli, ha rivolto un’interrogazione al presidente del consiglio dei ministri, Mario Monti, e al ministro per lo sviluppo economico, Corrado Passera.
“Si chiede loro se sono a conoscenza della disparità di trattamento toccata ai lavoratori della nostra Provincia e se intendano attivarsi per restituire, indipendentemente dalla appartenenza geografica, pari dignità a tutti gli ex lavoratori del gruppo industriale “Antonio Merloni”. Piscitelli ha anche chiesto ai due rappresentanti del governo di conoscere di quali strumenti si serviranno per assicurare un trattamento equo a tutti gli ex dipendenti”.
L’amministrazione comunale di Pergola, tramite il sindaco e soprattutto l’assessore Mauro Renzi e il consigliere Luciano Carbonari, questi ultimi due ex dipendenti del gruppo Merloni, ha sempre seguito con attenzione gli sviluppi della vicenda.
“L’assessore Renzi, grazie alla collaborazione con il consigliere regionale Marangoni, ha fatto presentare un’interrogazione anche in Regione, organo competente a far rispettare gli accordi di programma stipulati tra le parti in causa. La nostra battaglia in difesa dei lavoratori continuerà con determinazione in ogni sede”.

Da il sito OltreFano.it

lunedì 18 giugno 2012

PERGOLA. IL NOSTRO OSPEDALE VIENE SMANTELLATO GIORNO PER GIORNO: CHIUSI NUMEROSI AMBULATORI SPECIALISTICI E LISTE D'ATTESA VERGOGNOSE (clicca il link in basso)

IL NOSTRO OSPEDALE E' STATO RIDOTTO AI MINIMI TERMINI:
- CHIUSI MOLTI AMBULATORI SPECIALISTICI;
- LISTE D'ATTESA VERGOGNOSE CHE ARRIVANO ANCHE SINO A FEBBRAIO 2013 .

E LE NUOVE DELIBERE n. 528 e 784 CHE LA GIUNTA REGIONALE HA APPROVATO LE SETTIMANE SCORSE PREVEDONO LA RICONVERSIONE IN LUNGODEGENZE (CRONICARI !) DI TUTTI GLI OSPEDALI DELL'ENTROTERRA .

E I SIGNORI DELL'OPPOSIZIONE PERGOLESE NON POSSONO CONTINUARE A MENTIRE E AFFERMARE CHE CIO' CHE HO  SCRITTO NON E' VERO, VISTO CHE QUESTA GRAVE SITUAZIONE MI VIENE DENUNCIATA OGNI GIORNO DA NUMEROSI UTENTI DEL NOSTRO OSPEDALE.
UTENTI CHE SONO PURTROPPO COSTRETTI A RECARSI PRESSO STRUTTURE PRIVATE, ANCHE FUORI REGIONE, PER RICEVERE L'ASSISTENZA SANITARIA CHE GLI NECESSITA MA CHE GLI VIENE NEGATA NEL NOSTRO OSPEDALE.

ALTRO CHE IL POTENZIAMENTO PROMESSO DA MEZZOLANI E DAI SUOI GALOPPINI LOCALI... SI VERGOGNINO !

Clicca il link:
Intervista rilasciata il 16 giugno 2012 al sito OltreFano.it

giovedì 14 giugno 2012

IL PD INSISTE PER SCIPPARE I BRONZI A PERGOLA E TRASFERIRLI IN ANCONA: TROVERANNO PERGOLA E L'INTERA PROVINCIA A DIFENDERLI (guardate il video dell'intervista)

IL PD, CON LE SENATRICI MAGISTRELLI E AMATI, VUOLE SCIPPARE I BRONZI A PERGOLA E VUOLE PORTARLI IN ANCONA, ADDUCENDO MOTIVAZIONI FALSE E DEMAGOGICHE.

INVITO LE 2 SENATRICI DEL PARTITO DEMOCRATICO A PENSARE AI VERI PROBLEMI DELL'ITALIA (DISOCCUPAZIONE, CRISI ECONOMICA, ECC.) E A NON CONDURRE GUERRE ASSURDE CONTRO PERGOLA E LA PROVINCIA DI PESARO.

LEGGETE QUELLO CHE SCRIVONO LE DUE ESPONENTI DEL PD E POI GUARDATE LA MIA INTERVISTA E QUELLA DEL VICEPRESIDENTE DELLA PROVINCIA DAVIDE ROSSI, interviste rilasciate prima del comunicato del PD ma comunque sempre attuali e soprattutto eloquenti: Pergola e la Provincia di Pesaro non si faranno scippare i  Bronzi Dorati di Pergola, che per l'appunto si chiamano così e CHE non sono stati mai chiamati "di Ancona" !

Comunicato ANSA, Ancona, 13 GIU 12, 10.38 - BRONZI PERGOLA: SENATRICI PD MARCHE MAGISTRELLI E AMATI SCRIVONO A MINISTRO "SI ADOPERI PER RISPETTO REGOLE" - Le senatrici Pd Marina Magistrelli e Silvana Amati hanno scritto al ministro per i Beni e le Attività culturali Lorenzo Ornaghi in merito alla vicenda dei Bronzi di Cartoceto, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato «l'annullamento dell'ordine dell'allora sottosegretario Sgarbi di depositarli a Pergola in dispregio dell'accordo firmato nel 2001 tra tutti gli enti interessati». Una pronuncia che impone agli enti coinvolti di trovare, entro il termine di 4 mesi dal deposito della sentenza, una collocazione al gruppo scultoreo, in coerenza con quanto stabilito dall'accordo del 2011, che prevedeva un 'pendolarismò biennale dell'opera tra Museo Nazionale di Ancona e Museo di Pergola. Le senatrici chiedono dunque al ministro di ascoltare quanto prima le posizioni degli enti interessati e «ricercare un accordo o, in mancanza, comunque provvedere con decisioni autonome, in ottemperanza della pronuncia giurisdizionale». «Il patrimonio culturale - osservano Magistrelli e Amati - non appartiene a Pergola, o ad altre città, ma all'intera Nazione, e non è consentito, come accaduto già nel 1988, quando con la forza si impedì all'allora soprintendente di riportare, dopo un prestito di tre mesi, i Bronzi al Museo Nazionale di Ancona (dove erano collocati dal 1948), infischiarsene delle leggi e delle sentenze». «Si chiede pertanto al ministero - concludono - di adoperarsi in ogni modo perchè sia garantito il rispetto delle regole, assicurata la tutela dei Bronzi nel modo più coerente con le oggettive risultanze tecniche e individuata una soluzione saggia, che ciascuno avrà il dovere di rispettare e far rispettare».

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