Non c’è pace per l’ospedale di Pergola e per i cittadini
della Valcesano che quotidianamente vi si recano. Per un ecodoppler
l’appuntamento è a febbraio 2013, ai chirurghi è impedito di operare la
media complessità e persino il bar è stato chiuso.
“Riporto le proteste di decine d’utenti che mi
hanno contattato perché denunciassi all’opinione pubblica ciò che di grave accade
all’Ospedale di Pergola” così inizia la nota del Consigliere
provinciale Antonio
Baldelli che continua la battaglia in difesa del nosocomio pergolese e che,
dati alla mano, ne denuncia il lento ma inesorabile smantellamento.
Le
promesse di potenziamento di Mezzolani e dei suoi amici di partito pergolese -
continua Baldelli - si rivelano, come al solito, falsità e si scontrano con la
realtà d’un Ospedale cui sono tolti, giorno dopo giorno, servizi e risorse
umane.
A
causa della mancanza di personale, infatti, la situazione delle liste di attesa
al nosocomio cesanense grida vergogna.
Per
un ecodoppler alle aorte o agli arti inferiori si deve attendere addirittura sino
a febbraio 2013.
Per
una terapia riabilitativa con tens o ultrasuoni occorre aspettare sino a ottobre;
per una visita diabetologica o oculistica l’attesa supera i 4 mesi; per una colonscopia
gli appuntamenti son fissati, se tutto va bene, a novembre; per una visita
cardiologica l’attesa arriva a 4 mesi.
Sono
poi stati soppressi - altro che potenziamento - gli ambulatori di endocrinologia,
ortopedia e fisiopatologia respiratoria coi relativi servizi di elettrocardiogramma
ed emogas.
E’ stato
chiuso l’ambulatorio di pediatria e le numerose mamme che vi si rivolgevano coi
loro bambini sono ora costrette a recarsi a Fano.
E’
rimasto vacante il posto della psichiatra, pensionata qualche mese fa; è impossibile
prenotare appuntamenti con nefrologo e ginecologo, anche i loro ambulatori sembra
siano stati soppressi.
Sottolinea
Baldelli: “Questi dati non possono essere
smentiti visto che mi sono stati forniti da quegli utenti che non sono riusciti
a prenotare a Pergola la visita che gli necessitava e si sono dovuti rivolgere
a strutture private anche fuori regione”.
Ai
minimi termini poi l’attività dell’equipe chirurgica che ormai a Pergola esegue
- basta leggere gli elenchi affissi presso l’ospedale - pochissimi interventi e
di bassissima complessità. Fra l’altro, ai chirurghi pergolesi viene di fatto impedito
anche di operare i pazienti più gravi presso l’ospedale di Fano ove gli sono
concesse solo 2 sedute operatorie al posto delle 4 necessarie.
Altra
situazione che denota l’abbandono in cui versa l’ospedale è quella del suo bar,
chiuso ormai da diversi mesi dopo essere stato nuovamente concesso in appalto.
Per
la riapertura del bar, lo stesso sindaco di Pergola ha scritto una lettera di
sollecito ai vertici Asur ricordandogli come questa situazione arrechi gravi
disagi ai cittadini.
Il
consigliere provinciale Baldelli lancia infine un monito a Mezzolani: “Nessuno
pensi di fare a Pergola quello che è stato fatto già a Mondavio, ove il
servizio cucina è stato chiuso per essere affidato in appalto a una
cooperativa. Sappiano Mezzolani e i suoi factotum pergolesi che i Pergolesi non
credono più alle loro bugie e continueranno a difendere l’ospedale con
determinazione”.
Comunicato stampa pubblicato sul Corriere Adriatico del 24 maggio 2012